Ultima modifica: 24 Dicembre 2020
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Ai docenti, agli alunni, al personale, ai genitori, agli assistenti educatori dell’IIS Mario Rigoni Stern

Auguri del Dirigente Scolastico

Ai docenti, agli alunni, al personale, ai genitori, agli assistenti educatori

dell’IIS Mario Rigoni Stern

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Di attese viviamo

“La nostra” ginkgo biloba

Quando sono arrivato qui lei era ancora piccola e incerta: non si capiva che il suo fusto sarebbe stato così pronunciatamente inclinato, come adesso, e che avrebbe conferito alla facciata della scuola, vista da lontano, quella meravigliosa asimmetrica disarmonia che costituisce invece la cifra e la metafora della normalità dell’esistere.

Intanto lei cresceva! Intanto lei viveva! Intanto lei attende!

Il mondo intorno a lei era ostile!

Alcuni avrebbero voluto sopprimerla subito mentre era ancora piccola, perché col tempo avrebbe minato la staticità della scuola. Le modalità suggerite erano le più disparate. Tagliarla e, poi, scavare intorno e estirparla. Subito però! Presto però! Altrimenti il costo e i danni sarebbero stati altissimi con il passare del tempo.

Intanto lei cresceva! Intanto lei viveva! Intanto lei attende!

Alcuni ritenevano possibile scavare, estirparla e trapiantarla altrove: operazione rischiosissima con bassissima probabilità di riuscita ma che avrebbe messo al riparo dalle critiche di inoperosità di fronte al male supremo costituito dall’odore nauseabondo dei suoi frutti.

Intanto lei cresceva! Intanto lei viveva! Intanto lei attende!

Alcuni l’avrebbero fatta morire di nascosto con il giusto veleno: tutti sarebbero stati al riparo da critiche! Si sarebbe simulata una malattia.

Intanto lei cresceva! Intanto lei viveva! Intanto lei attende!

L’ho salvata tante volte credo!

Una mia parola, un mio tentennamento, un mio ammiccamento sarebbero bastati a decretare la sua fine!

Invece è qui e cresce e vive e attende!

Attende il tempo del suo futuro incerto!

Forse lo ha capito ormai che finché sarò qui non avrà nulla da temere e le sue diverse diversità saranno al riparo dai pruriti di menti distruttive.

Ma poi? Dopo di me?

Forse questo pensiero assilla e ossessiona la serenità della sua attesa e la fa vivere sospesa come in una notte insonne che attende il mattino.

Le vicende “della nostra” ginkgo biloba mi ricordano che in fondo tutti viviamo di attese: attendiamo l’inizio di qualcosa; attendiamo e siamo protesi verso traguardi che verranno; a volte attendiamo la felicità; a volte attendiamo una parola; a volte attendiamo l’amore; a volte attendiamo un incontro; a volte attendiamo che ricominci qualcosa che si è interrotto; a volte attendiamo un abbraccio; a volte non sappiamo attendere; a volte l’attesa ci esaspera; a volte l’attesa è dolce; a volte attendiamo invano; a volte attendiamo un sorriso; a volte attendiamo uno sguardo di intesa; a volte attendiamo che ritorni il tempo che non ritorna; a volte attendiamo tutta la vita… attendiamo la fine di qualcosa.

A volte attendiamo la fine di un incubo che rende insonne la notte e ci fa sembrare lontano il mattino! Che ci fa girare e rigirare nelle coperte dell’esistenza e attorciglia le nostre speranze e ci fa svegliare di soprassalto con il cuore in gola!

L’incubo finirà presto e tutte le notti insonni vedranno la luce del mattino!

 

Auguro a voi e “alla nostra” ginkgo biloba che ciò avvenga presto e che torni la meravigliosa normalità dell’esistere con tutte le sue asimmetriche disarmonie e le attese che spero non siano vane.

Buon Natale

Carmelo Scaffidi




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