…e poi vedo una farfalla bianca con le ali striate di speranze
Lettera agli alunni e a chi manca da scuola da molto tempo
Lettera agli alunni e a chi manca da scuola da molto tempo
…e poi vedo una farfalla bianca con le ali striate di speranze
Nella segreteria della scuola ho un pc e uno spazio che mi consentono, durante l’anno, di poter lavorare lontano dalla presidenza, in sinergia con il personale e potermi confrontare con loro, non mi piace chiamarli “personale”, ma persone: Flora e Agnese; Tiziana e Paola; Antonio; Cristiano e Carla; Danila; Nunzia, la DSGA. Alcuni in coppia perché le scrivanie sono attigue.
Questo spazio è il mio igloo-oblò!
Igloo perché gelido in quanto costituto da un’intercapedine di vetro ma anche il mio oblò: posso vedere il mondo verde nel quale è immersa la scuola ed estraniarmi, per qualche istante, dalle aride procedure.
Quando sono giunto qui questo mondo verde l’ho definito “un angolo di tempo trasceso”.
Da mercoledì 18 marzo non c’è più nessuno, oltre a voi e ai docenti che mancate dal 26 febbraio, mancano anche tutti gli altri, in lavoro agile, e manca anche il riscaldamento e il mio igloo è ancora più igloo.
Tutte le postazioni sono libere ma non posso rinunciare al mio oblò!
Io sto qui perché in azienda il lavoro, sia pur con un contingente minimo, continua.
Allora lavoro nella mia fredda postazione.
Nonostante non ci sia nessuno il lavoro è quadruplicato. In pochissimo tempo si sono succeduti 6 Leggi e Decreti-Legge; 8 DPCM; 2 Direttive della Pubblica Amministrazione; l’elenco è ancora lungo; per ognuno di questi atti abbiamo avuto ulteriori precisazioni del Ministero dell’Istruzione. Tutti documenti da studiare, ponderare per poter applicare le prescrizioni, non sempre chiare.
Questo è quello che vedo!
L’altro giorno mentre scrivevo l’ennesimo Decreto dirigenziale
Visto l’art.21 della L.59 del 15/03/1997;
Visto il D.P.R. nr. 275 del 08/03/1999;
Visto l’art.25 del D.lgs. nr.165 del 31/03/2001;
Visto il D. Lgs 81/2008 e in particolare gli artt. 18 – 43 – 44 – 45 – 46
Visto il CCNL scuola vigente;
Visto il Contratto Integrativo di Istituto ultimo vigente;
Vista le note del Ministero dell’Istruzione nr.278 del 6 marzo 2020, nr.279 dell’8 marzo 2020 e nr.323 del 10 marzo 2020;
Visto l’art. 1 punto 6 del DPCM….;
Vista…;
…
a un certo punto mi sono assorto alla ricerca della parola adatta e tra un “visto” e un “vista” vedo una farfalla bianca, con le ali striate, svolazzare con quei movimenti divergenti e leggeri, che disegnano traiettorie improbabili e continue oscillazioni di qui di lì di giù di su.
Allora mi sono ricordato che, dal mio igloo-oblò, lo scorso anno a primavera vedevo voi e questo angolo di tempo trasceso, nell’intervallo, era brulicante di voci, di allegria, di voglia di vivere. Mi ricordo che qualcuno inseguiva una farfalla bianca e cercava, inutilmente, di catturala. Mi è rimasto impresso perché, a un certo punto l’alunno è scivolato.
Anch’io mi sento, rincorrendo i DPCM, come quell’alunno che rincorreva la farfalla bianca e mi sento barcollare e rischio di cadere, anche perché non sono immune da paure e, a tutte le novità, si assommano le incertezze e i fantasmi dei giorni che viviamo.
La vicina via Borgo Palazzo, che conoscete bene e che già è lunga e larga nel nome, v-i-a-B-o-r-g-o-P-a-l-a-z-z-o, è surreale!
Anch’essa brulicante di vita, come il cortile della scuola durante la ricreazione, è ora vuota e il silenzio che mi circonda è interrotto solo dalle sinistre sirene preludio di vertigini.
Quella farfalla bianca con le ali striate mi ha fatto capire che è primavera: una primavera a metà, incompleta, sofferente.
Mi sono affacciato fuori e questo senso interiore di qualcosa che manca attorno a me ha preso forma: la natura è un po’ immersa nell’inverno
e un po’ proiettata alla rinascita.
È come se la natura non riesca a gioire dello stupore del risveglio e rimanga attanagliata dalla paura di uscire, di sbocciare, di aprirsi, gelata dal nostro freddo interiore che sbigottisce l’anima, ridimensiona le certezze e scopre le fragilità.
Metto le foto che ho scattato in questi giorni così potete guardare la vostra scuola che non vedete da molto, relegati dentro casa e proiettati virtualmente fuori con la didattica a distanza, la DAD. Ma è un fuori innaturale, un fuori surrogato, un fuori contro natura a cui manca la fisicità, la corporeità, la tangibilità che alla vostra età è essenza della vita.
La farfalla bianca con le ali striate è la metafora dei giorni che viviamo.
Le nostre vite, improvvisamente, hanno disegnato imponderabili traiettorie, discostandosi dalla linearità, e abitano spazi nuovi che non sono solo fisici.
Viviamo sempre nelle stesse case che sono diventate abitazioni diverse da come erano prima: prigioni dell’esistenza o rifugio della vita; luoghi angusti o spazi infiniti di sicurezza; grembi materni con la rete come cordone ombelicale.
A seconda di come viviamo questo spazio nuovo, chi ci circonda, la nostra famiglia, diventano amici-nemici e ci tocca ristrutturare la relazione che abbiamo con loro e trovare nuovi equilibri. Tutto ciò procura stress e magari viviamo picchi di nervosismo, vulnerabilità, paura e dolcezza insieme.
Dovete aver pazienza e tolleranza molto più del solito adesso!
La farfalla bianca con le ali striate è la metafora della fragilità dell’esistenza!
È leggerissima!
È delicata!
Ha una vita accelerata: gli attimi per lei sono anni e pochi giorni la vita.
In poche settimane l’orologio biologico di migliaia di persone è come impazzito, accelerato da un’invisibile forza che ha consumato le scorte del loro tempo.
Tante vite accelerate come quella della farfalla bianca con le ali striate.
Tante vite accelerate che sono scappate di corsa!
Non le abbiamo salutate!
Non le vedremo più!
Vite che l’accelerazione ha condotto velocemente altrove in uno spazio-tempo distante anni luce! Fuori da noi! Altrove…!
Non eravamo e, soprattutto, non eravate pronti ad una esperienza come questa!
La vita ci ha fatto improvvisamente percorrere una traiettoria improbabile come quella della farfalla bianca con le ali striate e ci ha regalato un senso di incertezza che abiterà in noi per molto e, anche dopo che lo avremo rimosso, perché lo faremo, ogni tanto si affaccerà alla nostra coscienza con sembianze diverse.
Nelle serre invece è primavera!
Le striature colorate delle ali della farfalla bianca sono la metafora della speranza della primavera che verrà intera completa felice e ci abiterà ancora e ci porterà fuori, finalmente liberi.
Vi faccio due regali.
Il primo è la canzone di Ultimo “Farfalla bianca” e vi chiedo di ascoltarla tante volte e, se potete, mi invierete una mail nella quale spiegherete la vostra interpretazione.
Non preoccupatevi se l’interpretazione sia giusta o sbagliata, l’importante è il ragionamento che conduce all’interpretazione.
Proiettateci dentro le vostre paure!
Potete commentare anche quanto vi ho scritto.
Vi risponderò!
Non conoscevo la canzone! Ho digitato, per caso, con un motore di ricerca “farfalla” e l’ho trovata tra i risultati e sembra fatta apposta per noi.
Vi metto il link per ascoltarla e il testo.
Farfalla bianca
C’è una farfalla bianca che prova a nuotare
Ha l’aria di chi sa che il mondo mente
Vorrei darle di più di quel che posso dare
Farle sentire più di quel che sente
Hm hm, nai na, na
Si posa una farfalla sulla spalla
Oggi mi siedo e resto ad ascoltarla
Poi dice che non è più tempo di parlare
Che poi domani ha un’altra vita da incontrare
Dice: ti prego, mi porti al mare?
Avrei solo bisogno di capire
Se è giusto vivere quel che rimane
Ed io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In un posto dentro
E io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In quel posto dentro me
Si posa una farfalla sulla spalla ed io
Non posso darle altro se non un addio
Che il suo destino è fragile come la forza
Ma dice che oggi vola ed è li la ricchezza
Rinchiude in un minuto vent’anni di cose
Il tempo in fondo è quello che noi gli affidiamo
Di quelle ali tra cent’anni chissà che rimane
Mi dice: lascio ai bimbi il sogno di volare
Ma ora ti prego, mi porti al mare?
Qualsiasi posto purché sia altrove
Dove non servono più le parole
Ed io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In un posto dentro
E io ti porterei
Io ti porterei
In un posto dentro
In quel posto dentro me, eh eh
Il secondo regalo è il video con le foto della scuola che ho scattato in questi giorni.
È deserta!
Tutto è rimasto sospeso come la sospensione dell’attività didattica!
È come se la scuola trattenesse il respiro e fosse in apnea!
In lungo e in largo solo il silenzio interrotto dal cinguettio degli uccelli e dalla vertigine!
È deserto!
Riempitela pensando un po’ alle vostre classi!
Sarò meno solo!
Vi metto il link per vedere il video.
Un abbraccio!
Bergamo 28 marzo 2020
Il Dirigente Scolastico
Carmelo Scaffidi
Scarica la lettera in formato pdf
…e poi vedo una farfalla bianca con le ali striate di speranze